Buonasera Quaranta fotografi internazionali e 25 mostre: questi sono i numeri ma non bastano a spiegare il fascino di Imp, il festival del Fotogiornalismo internazionale in corso a Padova. Un consiglio: non perdetelo.
Buon Weekend |
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| La mostra alla Cattedrale ex Macello di Padova (ph NICOLA BIANCHI)
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Fino al 26 giugno, Padova ospita Imp, Festival internazionale di fotogiornalismo: visitarlo, attraverso alcuni degli spazi espositivi più caratteristici della città, significa guardare uno spicchio di mondo attraverso lo sguardo di quaranta autori internazionali, lungo venticinque mostre: dalla Galleria Cavour alla Loggia della Gran Guardia, da Palazzo Moroni a Palazzo Angeli, fino alla Cattedrale dell’ex Macello. A questi si aggiungono poi l’Irfoss Gallery, la Galleria Artemisia, il Multisala Pio X, il Centro studi Etnogramma, le librerie Zabarella e Pangea e il Centro universitario Zabarella. Le opere esposte sono lavori di fotogiornalisti che hanno deciso di rinunciare alla spot news, ovvero al racconto di un singolo fatto, per dedicare la loro vita a studiare, conoscere e approfondire per poi riportare alcune delle realtà sociali più difficili e complicate al mondo. È il caso, ad esempio, di Nicolò Filippo Rosso che ha trascorso quattro anni percorrendo nei motoscafi, gomito a gomito con i migranti, le rotte dal sud e dal centro America verso gli Stati Uniti; o di Marco Gualazzini che ha ritratto la crisi del Chad, definita dal New Yorker come “il disastro umanitario più complesso al mondo”. O, ancora, di Krisanne Johnson che attraverso le sue immagini è riuscita a far prevalere il contenuto sulla forma dando voce all’apartheid che in Sudafrica, a distanza di trent’anni dalla sua abolizione, resiste ancora, evidente e tangibile, nelle politiche urbanistiche delle sue città. Imp 2022, avrà l’onore di ospitare anche la mostra “Of Suffering and Time” di Darcy Padilla: il primo capitolo di quello che ad oggi è considerato il progetto più intenso e duraturo mai eseguito: 22 anni». Il biglietto unico, valido fino al 26 giugno per mostre, talk e visite guidate è acquistabile al prezzo di 15 euro online qui o nelle biglietterie (Galleria Cavour o Cattedrale ex Macello). A questo link il programma completo del Festival.
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di Nicolò Menniti-Ippolito
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La copertina del libro di Sam Kean ricostruisce una storia drammatica
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Alcune delle storie di "La banda dei bastardi" (Adelphi, p. 492, 32 euro) sono diventate film di successo (da un classico come "Gli eroi di Telemark" al recente "Il ricevitore è la spia") ma quella che firma un grande divulgatore scientifico come Sam Kean è una ricostruzione completa di quella che è - recita il sottotitolo del libro - "la vera storia degli scienziati e delle spie che sabotarono la bomba atomica nazista". Perché mentre un gruppo di scienziati, Fermi in testa, lavoravano a Los Alamos per fabbricare la bomba, altri scienziati non meno importanti cercavano di capire dove fossero arrivati i tedeschi e come rallentare il lavoro di Heisenberg e del suo gruppo. Due corse contro il tempo nelle quali morirono molti innocenti e molti militari (tra questi anche Jo Kennedy, il fratello maggiore di John e Robert) e se tutti sanno come è andata a finire, il fascino del racconto di Kean è quello di far capire che la soluzione non era affatto scontata.
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Kandinskij, "Destino" (Il muro rosso), 1909 |
C’è tempo fino al 26 giugno per visitare a Palazzo Roverella di Rovigo la mostra “Kandinskij. L’opera 1900 – 1940”, un allestimento che mostra l’artista come mai in Italia era stato visto. Aperta il 26 febbraio, curata da Paolo Bolpagni e da Evgeija Petrova, ha richiamato fino a oggi 70 mila visitatori. E' un viaggio cronologico affascinante, con capitoli utili a comprendere come l'artista che ha rivoluzionato il Novecento non fosse guidato dal dogmatismo. Già in apertura del percorso articolato in 12 sezioni, dopo le icone in legno e gli oggetti della cultura popolare contadina che avevano colpito l'artista nel 1889 nel viaggio in Siberia quando aveva 23 anni, ecco la prima pagina di Klange, "Suoni", una sorta di autobiografia del 1913 in cui dà conto attraverso incisioni in bianco e nero e a colori, favole, poesie e riflessioni, del suo percorso artistico e interiore nei dieci anni precedenti. Il titolo di questo testo, considerato fondamentale, esprime quel legame con la musica che partiva da lontano - lui, di famiglia agiata e colta aveva cominciato a studiare pianoforte e violoncello da bambino - e che sarebbe esploso con l' ascolto del preludio del Lohengrin di Wagner e dopo l' incontro folgorante nel 1909 con Arnold Schoenberg e la sua musica atonale codificata poi nella dodecafonia. Da lì Kandinskij sviluppò la riflessione sui colori collegabili ai suoni e alle emozioni che lo avrebbe portato a considerare le sue tele come una opera musicale a partire dai titoli, "improvvisazioni", "composizioni", "impressioni". I paesaggi dei primi dipinti "espressionisti" raccontano natura, paesaggi e una terra da favola dai colori sgargianti che intorno al 1910 cambiano radicalmente . In mostra a spiccare è anche un piccolo quadro dipinto in Russia del 1920-21, un' opera rarefatta, linee, curve, forme geometriche scure che sembrano anticipare quello che qualche tempo dopo a Weimar avrebbero espresso lui e la scuola del Bauhaus.
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"Obi-Wan Kenobi", serie da record su Disney+
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È uno degli spin-off televisivi più attesi gemmati dalla saga di “Star Wars”: “Obi-Wan Kenobi”, la cui premiere è la più vista di sempre su Disney +, è la digressione dedicata al grande maestro Jedi che nella trilogia originale era interpretato dal grande Sir Alex Guinness, prima di assumere il volto più giovane (nella seconda trilogia) di Ewan McGregor. Ed è sempre l’attore scozzese a vestire i panni del futuro mentore di Luke Skywalker anche in questa nuova miniserie il cui fascino è intimamente legato a una trama molto prossima ai fatti che hanno reso celebre “Star Wars” negli iconici episodi alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ‘80. Obi-Wan Kenobi non si è ancora ripreso dal trauma del tradimento del suo più promettente discepolo: quell’Anakin che, miracolosamente sopravvissuto al corpo a corpo con il proprio Maestro, è stato “salvato” dall’imperatore Palpatine e trasformato nel malvagio Darth Vader. Ora Obi-Wan è ricercato in tutta la galassia che ha bandito i Jedi costretti a nascondersi. Vive sotto mentite spoglie sul pianeta desertico di Tatooine, osservando da lontano Luke che è stato separato alla nascita dalla sorella gemella Leia proprio per proteggerli dal Lato Oscuro della Forza. Quando Leia viene rapita, il Maestro Jedi è chiamato a uscire dal proprio anonimato e ad affrontare gli incubi del passato. “Obi-Wan Kenobi” coltiva, quasi intatto, il fascino della prima saga, sviluppando la storia di un personaggio mitico e misterioso che svaniva sotto un saio colpito dalla spada laser di Darth Vader. Segno che la creatura di George Lucas, anche a distanza di oltre quarant’anni, resta prolifica e immaginifica, radunando ancora molti fan. Vecchi e nuovi.
OBI-WAN KENOBI . Regia: Deborah Chow. Cast: Ewan McGregor, Rupert Friend, Sung Kang, Benny Safdie. Miserie: 8 episodi (ogni mercoledì). Piattaforma: Disney + |
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Amara e Simone Cristicchi
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Secondo te, chi è il tuo pubblico? Simone Cristicchi se lo sentì chiedere quindici anni fa da Franco Battiato, in un caldissimo pomeriggio estivo in Sicilia. E oggi racconta che quel giorno non aveva la risposta pronta. Gliela suggerì Battiato: "Non è una questione di numeri, né di qualità. Il tuo pubblico è gente che ti somiglia. Tanti o pochi che siano, vibrano alla tua stessa frequenza ed entri in connessione con loro attraverso la tua arte". Entità, frequenza, connessione: sono parole che Cristicchi ha fatto sue, da quel giorno, e che guidano il suo percorso artistico all'insegna della libertà.
Con queste premesse è nato "Torneremo ancora", un concerto mistico per Battiato che Simone Cristicchi e Amara - per la produzione di International Music and Arts - portano in tour da domenica 19 giugno. La prima tappa al teatro romano di Verona è inserita nel cartellone del Festival della Bellezza.
Ispirato al repertorio mistico di Battiato, rivisitato con gli arrangiamenti del maestro Valter Sivilotti, "Torneremo ancora" riprende e cuce, in un percorso spirituale, brani come "L'ombra della luce" o "La cura", ma anche "E ti vengo a cercare" e ovviamente "Torneremo ancora", ultimo inciso dal Maestro siciliano.
Sul palco, insieme a Cristicchi e Amara - al loro debutto insieme - ci saranno i Solisti dell'Accademia Naonis di Pordenone (Lucia Clonfero, violino; Igor Dario, viola; Alan Dario, violoncello; U.T. Gandhi, percussioni; il soprano Franca Drioli).
"È la libertà che ho sempre ammirato in Battiato", racconta Simone Cristicchi. "Devo molto alla sua infinita grazia, al suo modo di concepire l’arte come “missione” per aiutare la crescita e l’evoluzione spirituale dei propri contemporanei. Battiato è un punto di non ritorno: c’è un prima e un dopo di lui, nessun altro. È stato l’unico cantore di un divino che non ha mai saputo di incensi e sagrestie. Con questo progetto sento l’emozione e il privilegio di interpretare insieme ad Amara il suo repertorio mistico, e immergermi ancora più profondamente in quei messaggi che valicano i confini del tempo".
"Viaggiare nella consapevolezza della coscienza lucida di Battiato è stato come spingermi oltre confine, un elevarsi a nuove frequenze, altri codici, altre certezze, alte visioni del Sé e della realtà circostante", sottolinea Amara. "Una trasmutazione radicale, direi, per chi come me cerca verità e orizzonti nuovi da valicare. Grazie a Franco ho capito che è solo oltrepassando sé stessi che si può raggiungere quel “Centro di gravità permanente” che tanto cerchiamo".
Ai brani si alterneranno letture tratte dai maestri che hanno influenzato il pensiero di Battiato: Rumi, Gurdjieff, Ramana Maharshi, Willigis Jager e il teologo Guidalberto Bormolini. Biglietti per la data di Verona ancora disponibili (da 20,70 euro in su) sulle piattaforme di ticketing online.
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Il quartetto Esmè, domenica e lunedì alle Sale Apollinee della Fenice
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Giugno continua ad essere ricco di concerti in Veneto. Tre appuntamenti musicali per il prossimo weekend: venerdì 17, a Padova, nella Chiesa di Santa Caterina, il Veneto Festival 2022 - 52° Festival Internazionale Giuseppe Tartini ospita l’Ensemble Terzo Suono del Tartini Festival di Pirano, città natale del compositore; sabato 18, a Venezia, all’Auditorium Lo Squero della Fondazione Cini all’Isola di San Giorgio, il clavicembalista Roberto Loreggian propone le monumentali Variazioni Goldberg BWV 988 di Johann Sebastian Bach; sempre a Venezia, domenica 19 ( replica lunedì 20), alle Sale Apollinee della Fenice, per Musikàmera, il Quartetto Esmè, formato da quattro musiciste coreane, interpreta Haydn, Korngold e Caikovskij.
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